Vittoria Chierici Mausoleo di Galla PlacidiaNei primi anni ’90 ha inizio il ciclo intitolato Galla Placidia, in cui la Chierici si confronta con l’immortale mosaico del Mausoleo ravennate. La volta stellata bizantina viene riprodotta su tela in differenti varianti compositive sostituendo gli astri celesti con palle da tennis fluorescenti che nelle loro posizioni reciproche conservano la complessità dell’originale. Il linguaggio di matrice pop diventa sorprendentemente portatore di un’estetica antica  senza impoverirne l’essenza, attualizzandone i canoni con materiali e icone figurative contemporanee. La rielaborazione dell’originale si manifesta con una studiata leggerezza poetica e ironica: osservate al buio, le Stelle brillano davvero evocando lo stupore dei primi cristiani di fronte al luccichio della foglia oro e al tempo stesso non si può fare a meno di constatare la loro natura sfacciata di oggetto di consumo e l’evidente analogia con il pulsare dei pixel dell’immagine digitale. L’artista afferma orgogliosamente l’indifferenza alle gerarchie e la libertà di un procedimento creativo onnivoro che può nascere da qualsiasi pretesto giocando a ripetere la medesima sigla con infinitesimali variazioni materiche, gestuali e ritmiche.

EMANUELA ZANON